A sense of not to be
2012, 1'
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ita
L'opera, che fa preciso riferimento al famoso quadro di R. Magritte, è un tentativo di re-interpretarne il potente portato teorico tramite i linguaggi dell'audiovisione digitale: a partire dall'immagine di una pipa, immortalata nella più classica delle "pose" e scaricata da internet, ho realizzato quest'animazione delle forme, i colori e le luci dell'immagine stessa, (i parametri del suo apparire percepibili dall'apparato visivo umano) cercando di far emergere un fenomeno audiovisivo tale da farsi simbolo mobile dell'ignoto infinito che si cela dietro ogni cosa esistente, al di là dell'apparenza, del nome tramite il quale crediamo di conoscerle, definirle. Non si tratta solo di segnare nuovamente la differenza tra l'oggetto reale e la sua rappresentazione, bensì di scoprire che anche l'oggetto stesso non è che una rappresentazione, una riduzione dell'essenza delle cose a quello che di esse percepiamo immediatamente o (come nel caso di uno strumento manufatto dall'uomo, come la pipa) della funzione per la quale è stato costruito. Ogni cosa trascende continuamente la sua definizione e la famosa pipa, rivisitata al giorno d'oggi, epoca in cui vedere significa credere, è la metafora della odierna necessità dell'uomo di riconsiderare i suoi modi di approcciarsi alla conoscenza.